L’embolectomia polmonare
L’embolia polmonare è l’ostruzione acuta di uno o più rami dell’arteria polmonare da parte di materiale trombotico proveniente dalla circolazione venosa sistemica del territorio della vena cava inferiore, in genere, degli arti inferiori.
Nei casi meno gravi la terapia medica, consistente nella somministrazione al paziente di farmaci anticoagulanti quali l’eparina, può risolvere la situazione, ma nei casi più gravi l’embolia polmonare acuta massiva è ancora oggi gravata da un’alta mortalità.
Anche l’asportazione diretta dei trombi dall’arteria polmonare mediante l’intervento cardiochirurgico è tuttora gravato da una mortalità elevata. Abbiamo ipotizzato che un importante fattore responsabile dell’elevata mortalità in questi casi sia l’intrappolamento dell’aria nel circolo arterioso e del microcircolo polmonare successivo alla rimozione dei trombi delle arterie e che non solo blocca la circolazione sanguigna, ma determina un quadro di edema polmonare acuto emorragico responsabile dell’alta mortalità di questo intervento.
Per rimuovere sia l’aria sia i trombi periferici dall’albero vascolare polmonare, abbiamo adottato una semplice tecnica consistente nella Inversione della circolazione sanguigna polmonare mediante l’inversione del flusso sanguigno nel circolo arterioso polmonare dopo aver rimosso i trombi dall’albero arterioso polmonare.
Tale tecnica è realizzata in circolazione extra-corporea, mediante un circuito che inietta sangue in atrio sinistro e fa fluire il sangue in senso inverso nel circolo polmonare. In tal modo, si realizza la fuoruscita all’esterno sia dell’aria che dei trombi.
A tutt’oggi abbiamo operato con questa tecnica 35 pazienti affetti da embolia polmonare acuta massiva. Non vi è stato nessun decesso e il decorso postoperatorio è stato sovrapponibile a quello di un intervento a basso rischio.