Epidemiologia
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto negli stili di vita inappropriati ed in particolare nella dieta ricca di calorie e di grassi di originale animale, nonché nella sedentarietà, le condizioni alla base delle malattie cronico degenerative più diffuse nella nostra società, le malattie metaboliche e cardiovascolari. La mortalità in Italia si conferma in riduzione. L’aspettativa di vita alla nascita è passata dai 44-45 anni del 1900 ai 76 anni e 82 anni rispettivamente nell’uomo e nella donna nel 2000.
Il miglioramento prosegue ancora, ma a partire dagli anni 90, l’aspettativa di vita in buona salute ha subito un marcato rallentamento, con un incremento proporzionalmente maggiore dell’aspettativa di vita in salute compromessa.
L’incremento della vita media ottenuto nel secolo scorso ha quindi raggiunto il massimo potenziale e gli interventi medici e tecnologici che prolungano la sopravvivenza non modificano in modo significativo lo stato di salute. Più del 37% dei ricoveri ordinari e del 49% delle giornate di degenza in Italia sono a carico di persone anziane con elevata comorbilità e disabilità. L’età avanzata infatti è considerata il principale fattore di rischio per la maggior parte delle patologie:
l’aumento della vita media è accompagnato da un parallelo aumento di patologie croniche e disabilità, che incidono in modo significativo sullo stato di salute della popolazione e sulla spesa sanitaria del paese.
Affinché la aspettativa di vita e quella in buona salute progrediscano ad un tasso simile a quello osservato in passato, sono necessarie nuove modalità di intervento. Lo sviluppo
di interventi preventivi o terapeutici innovativi, capaci di aumentare la sopravvivenza libera da malattia rappresenta oggi una delle maggiori sfide per il sistema sanitario.
La complessità delle malattie metaboliche implica quindi che la diagnosi, la prevenzione, lo sviluppo tecnologico per la gestione delle malattie e le terapie siano il frutto di un approccio multidisciplinare che prevede obbligatoriamente la professionalità di diversi specialisti in ambito internistico, chirurgico, di laboratorio e di diagnostica per immagini.
Ogni ammalato quindi quando ne avrà bisogno avrà a disposizione un network di specialisti e di tecnologie diagnostiche necessarie alla gestione dei problemi afferenti alla sua malattia. Per questo il Policlinico di Monza ha attivato un Centro di Medicina Metabolica, primariamente focalizzato alla prevenzione, diagnosi, assistenza e cura delle malattie metaboliche e che vede al cuore delle sue attuali attività diverse discipline cliniche volte alla gestione di differentie malattie endocrino-metaboliche riassunte nella figura sopra.
La diabetologia che deve gestire pazienti complicati per la presenza di altri fattori di rischio e vere e proprie patologie. La dietologia che deve gestire non solo pazienti in sovrappeso, ma anche pazienti con obesità severa e cronicizzata nel tempo.
La prevenzione cardiovascolare e la cura delle dislipidemie che si preoccupa di ridurre con approccio multidisciplinare il rischio cardiovascolare dei pazienti con malattie metaboliche.
L’endocrinologia che deve gestire pazienti affetti da patologie più frequentemente della tiroide, ma non solo, e comunque frequentemente associate alle malattie metaboliche. La nutrizione clinica, per soddisfare i bisogni non solo dei pazienti che soffrono dei problemi di malnutrizione per eccesso, ma anche di coloro che hanno bisogno di supporto nutrizionale a causa di malattie croniche severe e potenzialmente invalidanti perché capaci di scatenare malnutrizione per difetto.
La medicina dell’esercizio fisico perché molte delle manifestazioni metaboliche di queste malattie possono essere contrastate con l’esercizio fisico una volta che questo viene eseguito quotidianamente così come quotidianamente siamo abituati ad assumere la terapia farmacologica.