Principali patologie trattate e modalità di intervento

Angina Pectoris

Se il paziente accusa dolore toracico (Angina) intenso deve allertare immediatamente il 118 e recarsi presso il Pronto Soccorso più vicino.
Qui vengono eseguiti immediatamente un elettrocardiogramma ed un prelievo di sangue per i marcatori cardiaci, più il controllo della pressione.

In prima istanza è il medico di Pronto Soccorso che esegue i primi provvedimenti, ma subito viene chiamato il cardiologo che è sempre disponibile 24 ore al giorno. In base ai dati ottenuti il cardiologo stabilisce il grado di urgenza.
Se è presente un infarto inizia la terapia farmacologica opportuna e viene attivata la sala di emodinamica in qualsiasi ora del giorno e della notte per la coronarografia di urgenza.
In sala di emodinamica il vaso occluso viene riaperto il prima possibile ed eseguita la procedura di angioplastica con impianto dello stent (una particolare retina che tiene aperta la coronaria).
La riapertura del vaso può far scomparire il dolore toracico e dare subito un senso di benessere. L’esame può durare circa 1 ora e poi il paziente viene trasferito per 24-48h in Unità Terapia Intensiva Coronarica (UTIC).

Dispnea (mancanza di fiato)

Quando al paziente manca improvvisamente il fiato, se il sintomo non passa dopo 10-15 min e anzi diventa più intenso come una vera fame d’aria è necessario chiamare il 112 subito o se non lontano farsi portare al vicino Pronto Soccorso, dove viene subito applicato l’ossigeno. Questo perché quando si fa fatica a respirare qualsiasi sia la causa che lo determina, è necessario portare più ossigeno al cervello e a tutti gli organi importanti come il cuore, rene, etc.

Al Pronto Soccorso è importante che venga fatta il più presto possibile la diagnosi cercando di capire se dipende dal cuore, dai polmoni (per esempio una infezione respiratoria) o da altre cause. Il medico di Pronto Soccorso o il cardiologo si basano su tre fattori: esame clinico, esami del sangue (Peptide Natriuretico Cardiaco conosciuto con la sigla BNP), radiografia del torace ed elettrocardiogramma. In relazione ai dati ottenuti formula o meno la diagnosi di scompenso cardiaco acuto.

Scompenso Cardiaco Acuto

Anche in caso di scompenso cardiaco acuto occorre fare una diagnosi per stabilirne la gravità. Lo scompenso cardiaco acuto può infatti dipendere da: ischemia del cuore, malattia ndi una valvola, ipertensione non trattata, una malattia grave dei vasi polmonari come l’embolia polmonare, etc. Per fare la diagnosi corretta possono essere necessari anche alcuni giorni ma il malato viene curato subito nell’unità di terapia intensiva cardiologia. Già dopo le prime ore di cura il malato respira meglio e non sente più quella sensazione di fame d’aria. La terapia iniziale prevede l’uso dei diuretici endovena e di altri farmaci che regolano la pressione e il quadro emodinamico. Tuttavia possono essere necessari dei supporti che aiutano la ventilazione (ventilazione meccanica a pressione positiva delle vie aeree CPAP), il rene (emodialisi) e nei casi più gravi supportino il cuore come pompa (ECMO).

Sincope

Se improvvisamente il paziente perde conoscenza e cade a terra, ma poi si riprende, bisogna immediatamente recarsi in Pronto Soccorso chiamando il 112.
Il medico di Pronto Soccorso deve immediatamente sincerarsi della stabilità clinica del paziente, se cioè respira bene e se la pressione è alterata, oltre a controllare le eventuali problematiche derivanti dalla caduta. Vengono eseguiti immediatamente gli esami ematici urgenti, l’elettrocardiogramma e la Tac del Cranio.
Dopo i primi accertamenti il medico può cominciare a fare la diagnosi anche se spesso non è un processo semplice. I due eventi principali sono:
a) un attacco ischemico cerebrale;
b) una aritmia veloce o lenta. Spesso nell’anziano la causa è un rallentamento patologico della frequenza cardiaca che causa caduta della pressione.

In caso di un rallentamento della frequenza cardiaca, valutando attentamente da caso a caso, vengono effettuati nuovi test. Nel soggetto giovane si esegue il Tilting test che cerca di riprodurre il rallentamento della frequenza cardiaca come causa funzionale della sincope.
In questo caso la terapia sarà medica e comportamentale. Se invece come nell’anziano è l’invecchiamento del cuore la causa della sincope si procederà ad impianto di un Pace Maker che regolerà per sempre in futuro la frequenza cardiaca.

Se invece la causa scatenante è un ictus, purtroppo la terapia è solo medica e il paziente viene ricoverato inizialmente in terapia intensiva e appena le condizioni sono stabili in neurologia. Successivamente seguirà una fase riabilitativa per iniziare il recupero di tutte le funzioni cerebrali colpite dalla lesione ischemica o emorragica.


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