Un camino nel torace

15 Luglio 2021

Equipe multispecialistiche e biotecnologia cardiovascolare: ecco come al policlinico di monza si affrontano le patologie dell’aorta toraco-addominale

Si chiama “Tecnica del Camino” (chimney technique) e ci sono volute otto ore di intervento, 3 équipe di medici e infermieri perché il camino funzionasse e si potesse completare un intervento tecnicamente complesso con elevati livelli specialistici e tecnologici.
Con orgoglio il Centro Cuore del Policlinico di Monza è stato il teatro di questo successo medico-chirurgico dove uomo e macchina si sono fusi per dare il massimo ad un paziente a rischio di morte improvvisa. La patologia che affliggeva il paziente (T.S. di 53 anni) era una dissecazione aortica cronica che aveva determinato un voluminoso aneurisma aortico della porzione di aorta (l’arteria più grande del nostro corpo) molto vicina al cuore.
“L’intervento era ormai obbligatorio – conferma il Dott. Valerio Tolva, Direttore del Dipartimento di Chirurgia Vascolare – ci siamo resi conto che la soluzione sarebbe passata attraverso un impegno di diversi team medici e che il Policlinico di Monza sarebbe stato in grado di garantire elevati livelli tecnici sia per la strumentazione presente, che per la disponibilità ad avere a disposizione la tecnologia più moderna per questo tipo d’intervento”.
Questi interventi hanno costi elevatissimi, le protesi aortiche costruite dai bioingegneri su misura per il paziente, superano di molto i parametri nazionali per i rimborsi dedicati a questo tipo di patologia. Il Policlinico di Monza non ha avuto il minimo dubbio su quale fosse la strategia ottimale per il paziente che provenendo da un’altra regione era alla ricerca di un centro d’eccellenza per risolvere il suo problema. L’aorta è stata ricostruita dall’interno evitando al paziente l’apertura della cavità toracica e riducendo i rischi connessi alle manovre chirurgiche a cuore aperto. Il paziente si è svegliato dopo 24 ore dall’inizio delle procedure anestesiologiche senza danni cerebrali e cardiopolmonari significativi.
“Il paziente è stato protetto da un punto di vista rianimatorio ed anestesiologico in modo completo. Abbiamo attentamente valutato tutte le possibili criticità intraoperatorie e ci siamo messi nelle condizioni di poterle anticipare con gli strumenti più adatti”. Queste le parole del Dott. Paolo Grosso, Direttore del Dipartimento di Anestesia e Rianimazione e del Pronto Soccorso del Policlinico di Monza. L’endoprotesi aortica rilasciata nell’arco aortico avrebbe potuto chiudere le arterie che portano il sangue al cervello, ma la soluzione trovata dall’équipe del Centro Cuore ha evitato non solo l’apertura chirurgica della cavità toracica, ma anche la regolare perfusione delle arterie cerebrali.
“Il Policlinico di Monza ha voluto dare il massimo per questo paziente, i costi elevati non sono mai stato un problema e la completa disponibilità del materiale endovascolare e chirurgico ha permesso di portare a termine il risultato senza complicanze inaspettate“.
Così infine il Dott. Filippo Scalise, Direttore del Dipartimento di Cardiologia Interventistica sottolinea l’impegno medico ed aziendale verso questi interventi che interessano costantemente tutti i medici del Centro Cuore del Policlinico di Monza.


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