Patologia Emorroidaria
Ecco le piu’ recenti tecniche a confronto
La patologia emorroidaria affligge circa 4 italiani su 10, si manifesta in diverse forme, da lievi a gravi, ma in ogni caso è un disturbo fastidioso e, nei casi più seri, diventa un disagio davvero invalidante che può portare con sé importanti complicanze.
Ma vediamo nel dettaglio le novità in ambito chirurgico per porre fine al disturbo.
Iniziamo dalla tecnica Hps-Plus. L’ HemorPex System Plus è uno strumento mininvasivo studiato per il trattamento della malattia emorroidaria mediante una emorroidopessi. Si tratta di una metodica che non recide le emorroidi, ma che crea un vero e proprio ‘lifting’ riportando i cuscinetti emorroidari prolassati nella loro sede anatomica.
L’intervento consiste nel praticare multiple suture riassorbibili sulla mucosa rettale, zona non innervata da fibre nervose nocicettive, in modo da ottenere una plicatura della mucosa. Questa tecnica è tuttavia ancora “giovane” e di non sicura efficacia. Le pubblicazioni scientifiche a riguardo sono sporadiche e con risultati solo a breve termine.
La seconda tecnica per dire addio alle emorroidi si chiama “Help” e consiste nella dearterializzazione emorroidaria doppler-guidata con laser.
È stata messa a punto circa 10 anni fa da un gruppo di ricercatori, compreso il Dott. Paolo Giamundo (attuale chirurgo coloproctologo che opera sia alla Clinica San Gaudenzio di Novara che al Policlinico di Monza) e vanta dei lunghi follow up; in più sono stati pubblicati numerosi lavori scientifici su riviste internazionali di alto “impact factor” su questa tecnica, proprio a confermare la sua efficacia. La tecnica prevede la chiusura dei rami terminali dell’arteria emorroidaria superiore ben all’interno del canale anale sulla guida di un piccolo Doppler. Il rationale di questa tecnica è quello di interrompere l’iperafflusso di sangue dal sistema arterioso al sistema venoso che è sempre alla base della patologia emorroidaria.
“Ho eseguito circa 350 di questi interventi – spiega il Dott. Giamundo – nel 95% dei casi senza anestesia, mandando a casa il paziente due ore dopo l’intervento. Il dolore postoperatorio è praticamente nullo e richiede solo sporadicamente l’uso di Paracetamolo (Tachipirina)”
In caso di emorroidi avanzate invece il Dott. Giamundo esegue da circa 7 anni una variazione della tecnica “Help”, la “HeLPexx”, in cui , oltre alla dearterializzazione con “laser” , si esegue una plastica del prolasso mucoso concomitante. Questa tecnica viene indicata nei gradi emorroidari più avanzati, quando i pazienti associano alle emorroidi un prolasso significativo e sintomatico della mucosa. Questa tecnica, rispetto all’intervento tradizionale (Milligan e Morgan) ha il vantaggio di un dolore postoperatorio ridotto, meno uso di antidolorifici ed un ritorno alle attività quotidiane più veloce.
Se paragonata alla tecnica di puro “lifting” emorroidario, la HeLPexx ha il vantaggio di curare più accuratamente i due aspetti patogenetici ricorrenti delle emorroidi di grado elevato: l’iperafflusso di sangue artero-venoso (che viene curato col laser) e il prolasso mucoso anale (che viene curato con la plicatura mucosa).