Novara: nuovi innesti per l’u.o. di chirurgia generale

15 Luglio 2021

Tre specialisti arricchiscono l’équipe della San Gaudenzio

Cresce l’Unità Operativa di Chirurgia Generale della Clinica San Gaudenzio di Novara, che negli ultimi mesi ha visto l’arrivo di nuovi professionisti pronti a portare tutta la loro esperienza. Sono tre gli innesti: il Dott. Gaetano Tessera, chirurgo esperto in colonproctologia, il Dott. Marco Alleva e il Dott. Aldo Colombo, che si focalizzano invece sulla chirurgia della parete addominale.
Accanto ai nuovi arrivati, anche la Dott.ssa Cinzia De Candia, specialista già Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale della Clinica La Vialarda di Biella, nonché Direttore di équipe chirurgica alla San Gaudenzio.


I Dott.ri Alleva e Colombo si occupano di tutte quelle patologie all’addome che necessitano di un intervento chirurgico, soprattutto per via laparoscopica (ernia inguinale, ernia crurale/epigastrica/ombelicale, recidiva di ernia, laparocele, diastasi dei muscoli retti, appendicectomia, colecistectomia).
Accanto alla sala operatoria, si snoda poi tutta l’attività di chirurgia ambulatoriale (cisti, lipomi, onicectomie, neoplasie cutanee). “Siamo arrivati alla Clinica San Gaudenzio per creare una sorta di polo che possa rispondere il più velocemente possibile alle esigenze dei pazienti – spiegano Alleva e Colombo – spesso infatti per questi interventi le liste di attesa possono diventare anche molto lunghe, alla San Gaudenzio invece siamo in grado di dare una pronta risposta alla popolazione novarese grazie anche a ricoveri brevi (2/3 giorni) o in Day Surgery”.


Il Dott. Gaetano Tessera invece, all’interno della Clinica San Gaudenzio, tratta principalmente la parte colonproctologica della Chirurgia Generale e quindi tutte quelle patologie che interessano ano-colon-retto (rettocele, enterocele, prolassi, emorroidi, diverticolite, ragadi, fistole, etc). Le patologie proctologiche sono diverse e troppo spesso il paziente, per senso di pudore o timore, tende a ritardare la visita specialistica con gli svantaggi facilmente intuibili.
Ci sono poi pazienti che passano per l’autodiagnosi e cercano di curarsi in autonomia con farmaci da banco, andando magari a peggiorare ancora di più la situazione.
“Ogni paziente deve essere valutato scrupolosamente – spiega il Dott. Tessera – solitamente le mie visite sono molto lunghe proprio perché è importante indagare vari aspetti. Nel caso di prolasso del retto, per esempio, il sintomo riferito dal paziente potrebbe essere difficoltà ad evacuare oppure emorroidi che fuoriescono durante l’evacuazione.
Il paziente potrebbe quindi pensare di soffrire di stipsi e prendere lassativi o clisteri oppure di avere un semplice problema legato alle emorroidi ed invece non è così. Per questo la visita con lo specialista è fondamentale”.
Il prolasso è un’esuberanza della mucosa o della parete del retto che si dispone a “pliche” continue. Queste pliche nel momento dell’evacuazione, scivolano verso il basso creando un tappo che impedisce l’espulsione delle feci e, in taluni casi è anche responsabile della fuoriuscita delle emorroidi. Il prolasso si cura nelle fasi iniziali con una terapia conservativa, mentre è necessario ricorrere alla chirurgia in caso il prolasso si trovi in fase avanzata.
“Sul prolasso si interviene con strumenti di resezione e anastomosi che agiscono sul retto asportandone una porzione – spiega il Dott. Tessera – per le emorroidi effettuo una sorta di lifting che mi permette di riportarle nella loro sede naturale e quindi evitare che si gonfino in futuro. Il vantaggio di trattare le emorroidi con un intervento endorettale è alto perché in questa zona il dolore è limitato in quanto l’innervazione è decisamente inferiore rispetto alla parte esterna dell’ano, per esempio”.


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