La passione diventa professione con il dott. Giovanni Palitta

2 Maggio 2018

Nuovi progetti per la chirurgia plastica di Monza

Parlando con il Dott. Giovanni Palitta, nuovo primario di Chirurgia Plastica del Policlinico di Monza, non è difficile notare come la propria professione sia anche la sua più grande passione e a testimoniarlo c’è una particolare storia personale.

“Mio zio era un chirurgo plastico – esordisce il dott. Palitta – e ricordo che ero molto piccolo e già lo inondavo di domande sul suo lavoro, specialmente per quel che riguardava i bambini e le loro malformazioni. A quattordici anni guardavo i filmati dei suoi interventi di rinoplastica e addominoplastica, sfogliavo i suoi libri di chirurgia, guardavo le foto estasiato e incuriosito. È stato proprio lui poi a insistere perché facessi Medicina, io peraltro ne ero già convinto. Ero solo un bambino quando ho conosciuto i suoi compagni di specializzazione, uno di questi era il Prof. Luca Vaienti che è poi diventato il mio maestro. Durante gli anni di formazione ho lavorato diversi ospedali, una tappa fondamentale è stata Genova dove ho fatto la specializzazione all’Istituto tumori. Qui ho passato tre anni importantissimi perché per i primi 12 mesi ho lavorato in chirurgia generale, in particolar modo mi occupavo di senologia chirurgica e ho avuto modo di mettermi alla prova in sala operatoria come primo chirurgo.

Ho trattato quindi tumori della mammella, effettuato mastectomie e effettuato biopsie su linfonodi sentinella. Tutte esperienze preziose che mi sono servite per la mia attività attuale. Sono stato davvero fortunato perché anche qui a Genova ho incontrato maestri come il Prof. Cafiero, il Prof. Santi e la Dott.ssa Leone dalla quale ho imparato a trattare la mammella da un punto di vista femminile. Dopo questa parentesi ligure sono quindi tornato a Milano dal mio mentore, il Prof. Vaienti, chiudendo un cerchio diciamo. È a lui che devo molto, se non tutto. Mi ha insegnato grandi cose, tra cui la chirurgia della mano, la chirurgia ricostruttiva degli arti, la chirurgia plastica pediatrica che io ancora non conoscevo. Gli devo davvero tanto.
Mi è sempre piaciuta molto la chirurgia estetica, ma il mio sogno è sempre stato quello di diventare un chirurgo plastico a tutto tondo e interessarmi anche di problemi funzionali e della parte ricostruttiva. Diciamo che ci sto riuscendo e oggi ci sono diverse anime che convivono in me, da una parte mi piace tantissimo la chirurgia ricostruttiva, il lavoro d’ospedale in senso stretto e dall’altra la parte l’estetica continua ad affascinarmi molto per le tecniche impiegate; è il lato più artistico di questo lavoro”. Ma il Dott. Palitta di casi, al di là della parte estetica, ne ha visti e trattati parecchi come ad esempio quelli che riguardano la chirurgia ricostruttiva degli arti inferiori che si rende necessaria a seguito di gravi traumi o incidenti, quando si ha l’esposizione di ossa, vasi e nervi. In questi casi bisogna intervenire in fretta, con precisione, avendo sempre pronto un piano B perché non sempre gli esiti sono quelli che ci si aspetta.
“È una vera e propria sfida chirurgica – spiega il dott. Palitta – perché gli arti inferiori, quindi gamba e piede, sono caratterizzati da poco afflusso di sangue rispetto ad altre parti del corpo per cui l’intervento di ricostruzione va studiato nei minimi dettagli, bisogna essere pronti ai rischi perché, ahimè, questo tipo di chirurgia può andare incontro a qualche fallimento. Questo però non deve abbattere il chirurgo che deve invece trovare soluzioni alternative perché grazie alla chirurgia ricostruttiva i casi di amputazione degli arti si sono ridotti notevolmente”.

Ed è proprio grazie alla dura palestra della chirurgia ricostruttiva degli arti inferiori che il dott. Palitta ha acquisito la sicurezza e la confidenza necessarie per operare in ambito pediatrico, piccoli pazienti di appena un anno o poco più alle prese con nei congeniti giganti, esiti cicatriziali di incidenti ed ustioni, angiomi cutanei o ancora affetti da malformazioni alle mani come la polidattilia (più dita del normale) e sindattilia (dita palmate) nonché casi di sindrome di Romberg (emiatrofia progressiva di una metà della faccia). Oggi la chirurgia plastica è in grado di fare cose straordinarie per aiutare i pazienti che a causa di gravi patologie o incidenti sono rimasti in qualche modo deturpati. Ridare sicurezza e femminilità a una donna che è stata colpita dal cancro al seno o ricostruire una mano, una gamba o il volto di un ragazzo coinvolto in un incidente, sono situazioni che non hanno niente a che vedere con quello che nell’immaginario collettivo è la chirurgia plastica. Molto spesso infatti le persone pensano solo ad aumenti di seno, lifting o liposuzioni, ma la realtà è un’altra.
“Non c’è comunque nulla da demonizzare neppure nella chirurgia estetica, che personalmente amo – commenta il dott. Palitta – Purtroppo in Italia c’è molto scetticismo perché troppo spesso il mondo dello spettacolo manda un messaggio sbagliato di quella che in realtà è la chirurgia estetica. Fronti paralizzate, labbra, seni e zigomi sproporzionati rispetto alla fisionomia della persona non sono altro che errori, errori medici.

Anche se si tratta di estetica, è pur sempre chirurgia più o meno invasiva che ha bisogno di attenta analisi, calcoli e studio della persona. Se il risultato non è naturale, allora qualcosa non è stato fatto nella maniera corretta. Il botox è una sostanza straordinaria che se utilizzata in maniera consapevole non fa altro che indebolire i muscoli della fronte regalando al paziente un’espressione più fresca e distesa. Le paralisi non devono mai esserci, il viso ha bisogno d’espressione.
La chirurgia estetica è un pò come l’illusionismo dove il trucco c’è, ma non si deve capire”. Il dott. Palitta esegue anche un innovativo intervento per eliminare il grasso da determinate aree del corpo e rimodellare la figura.

Si tratta della laser liposuzione che a differenza della tecnica tradizionale prevede l’utilizzo di uno speciale apparecchio formato da una sottilissima cannula flessibile che conduce un impulso laser che agisce in due fasi: la prima va a sciogliere il grasso (lipolisi), mentre la seconda ha un effetto emostatico che va ad innescare nel corso delle settimane successive, una straordinaria retrazione della pelle per un effetto lifting. Finita la fase laser si procede ad aspirare il grasso che è stato sciolto.
I vantaggi di questa tecnica sono: minor dolore per il paziente, meno ematomi e meno gonfiore. In più il trattamento si esegue in anestesia locale. “Qui al Policlinico di Monza ho trovato molto entusiasmo e interesse – conclude il dott. Palitta – e credo sia il luogo adatto per introdurre e sviluppare tutte le tecniche e i trattamenti che ho sperimentato nei miei anni di studio e professione. Vorrei ampliare il discorso della chirurgia plastica applicata alle malformazioni infantili e molto altro. Sono certo che questa nuova collaborazione ci darà grandi soddisfazioni”.


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