Itmo: ricerca e conoscenza non si fermano mai

15 Luglio 2021

Al policlinico per parlare di oncologia: novità e risultati

Siamo arrivati anche quest’anno ad una data importante, la data della XXIV riunione nazionale organizzata dal Gruppo ITMO (Italian Trials in Medical Oncology), presieduto dal Prof. Emilio Bajetta, già Direttore Scientifico dell’IdO (Istituto di Oncologia) del Policlinico di Monza.
Il Congresso dal titolo “Oncologia – Evoluzione delle conoscenze”, vede alternarsi temi di grande importanza ed attualità, così come ci spiega il Prof. Emilio Bajetta.
“La caratteristica peculiare di questo Congresso è stata quella di essere riusciti a portare oratori che hanno illustrato le ultime novità sui vari aspetti dell’Oncologia trattati in questa lunga giornata di lavori. Sono stati presi in considerazione tutti i messaggi in grado di avere una ricaduta pratica nell’attività quotidiana”.
prof bajettaIl Congresso ha preso il via con un interessante excursus sulla storia dell’Oncologia italiana che vede la sua nascita nel 1970 con i Dott.ri Gianni Bonadonna, Umberto Veronesi e altri pionieri, tra cui il Prof. Emilio Bajetta, che tramite la ricerca rivoluzionarono l’approccio alla malattia oncologia e non solo.
Nella parte introduttiva del Congresso si è quindi parlato delle 10 date più significative di questo periodo passando per gli anni della monoterapia, della polichemioterapia per tornare alla terapia ormonale nel carcinoma alla mammella e terminare con le ultime novità dei giorni nostri “tra cui – spiega il prof. Bajetta – la patologia dei tumori neuroendocrini (o carcinoidi). Questa è una patologia a bassa incidenza (si parla di 8 casi ogni 100.000 abitanti), che vede oggi nel Policlinico di Monza un Centro di riferimento per diagnosi e cura. Questi carcinoidi vengono individuati di più dai patologi (si parla di 8 casi ogni 100.000 abitanti)”.
Si è quindi proseguito con la sessione dedicata al buon uso dei farmaci. Un argomento sempre molto attuale, rivolto soprattutto al pubblico più giovane.
“In questo caso – prosegue il Prof. Bajetta – non si parla delle novità, ma di come utilizzare i farmaci in maniera corretta e consapevole.
In particolar modo ci si riferisce a quei farmaci che solitamente maneggia l’oncologo ovvero medicinali contro la nausea, il vomito, il dolore e l’osteoporosi”
Un altro tema affrontato nel corso della sessione è stato quello degli integratori alimentari assunti dai pazienti oncologici. Questo tipo di prodotto non è ovviamente studiato in maniera scientifica come il farmaco classico
“si tratta di prodotti registrati e posti in commercio con iter molto veloci – continua il Prof. Bajetta – e che oggi sono fortemente utilizzati. Le domande che ci siamo posti sono state: possono essere utili o fanno male? Interferiscono con le altre terapie in corso?
Abbiamo voluto parlare di questo argomento per esaminare con occhio scientifico le loro caratteristiche”.
È stata quindi la volta della sessione dedicata alle neoplasie polmonari. Come ormai è noto, il tumore al polmone rimane uno dei “big killer” in campo oncologico.
Tra tutte le neoplasie, il carcinoma del polmone occupa oggi il secondo posto per incidenza nell’uomo, sia nei soggetti fra i 50 e i 69 anni (14%) sia in quelli al di sopra dei 70 anni (17%). Nelle donne, invece, è la quarta neoplasia nella fascia di età compresa fra i 50 e i 69 anni (7%) e la terza in quella al di sopra dei 70 anni (7%). Negli ultimi anni si è registrato un calo dell’incidenza di questa patologia, in particolare nel sesso maschile, in relazione a una altrettanto marcata riduzione dell’abitudine al fumo. “Parlando di neoplasia polmonare – spiega Bajetta – oggi i ricercatori sono impegnati a definire il ruolo della terapia medica pre e post chirurgia. Abbiamo i farmaci immunoterapici dalla nostra parte e si è allargato il ventaglio delle cure da utilizzare”.
La sessione successiva ha avuto come tema l’aggiornamento sui tumori gastrointestinali (ca. pancreas, stomaco, colon, fegato) dove sono state annoverate le ultimissime novità emerse nei vari congressi europei. In particolare, il Prof. Scarpa ha trattato il tema del carcinoma del pancreas e della sua classificazione molecolare che in un paio di anni sostituirà la classificazione istologica dei tumori che colpiscono quest’organo. Questa nuova classificazione permetterà una migliore codificazione della malattia, indicandone con più precisione i sottogruppi a maggior rischio. “La quarta sessione del Congresso – continua il Prof. Bajetta – è stata incentrata sulle neoplasie del tratto urogenitale. Dal 2018 il tumore a più alta incidenza nei paesi industrializzati è quello che colpisce la prostata. Questa patologia è balzata al primo posto, per fortuna però non come mortalità”.
Il cancro della prostata è uno dei tumori più diffusi nella popolazione maschile e rappresenta circa il 20% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo: le stime, relative all’anno 2017, parlano di 34.800 nuovi casi l’anno in Italia, ma il rischio che la malattia abbia un esito infausto è basso, soprattutto se si interviene in tempo. Stando ai dati più recenti, circa 1 uomo su 8 in Italia ha probabilità di ammalarsi di tumore della prostata nel corso della vita.
L’incidenza, cioè il numero di nuovi casi registrati in un dato periodo di tempo, è cresciuta fino al 2003, in concomitanza della maggiore diffusione del test PSA (antigene prostatico specifico, in inglese prostate specific antigene) quale strumento per la diagnosi precoce e successivamente ha iniziato a diminuire.
Durante la quinta sessione si è discusso del tumore al seno, una delle patologie che più spaventa oggi la donna. “Abbiamo parlato – prosegue Bajetta – delle novità che riguardano lo studio del patrimonio genetico della donna per capire la cura migliore e, cosa fondamentale, la predisposizione ad ammalarsi attraverso lo studio degli oncogeni (BRCA 1 e BRCA 2)”.
Non dimentichiamo che all’interno dell’Istituto di Oncologia del Policlinico di Monza, è attiva la Breast Unit, diretta dal Dott. Francesco d’Errico. Il Centro di Senologia, che secondo una classica definizione anglosassone assume la denominazione di “Breast Unit”, costituisce un’attività di elevata qualificazione medica assolta da un’Èquipe interdisciplinare che risponde ai requisiti stabiliti dal Sistema Sanitario Regionale. Il tutto in coerenza con i più avanzati approcci di intervento clinico delineati dalle linee guida italiane ed internazionali.
L’attività della Breast Unit si svolge in tre fasi: visita senologica, indagini strumentali e terapie.
È stata poi la volta di un momento davvero particolare, voluto e studiato direttamente dal Prof. Bajetta: il Teatro Clinico.
“Durante una ristrutturazione – racconta il professore – ho scoperto che in una delle mie cascine ci doveva essere stato uno studio medico.
Abbandonato chissà da quanti anni, ho trovato un libro scritto dall’allora conosciutissimo medico, Prof. Augusto Murri. Mosso dalla curiosità ho iniziato a sfogliare il libro e lì ho trovato i primi accenni sul Teatro Clinico.
Ho fatto quindi alcune ricerche e ho deciso che l’idea fosse geniale e applicabile anche ai giorni nostri”.
Il Teatro Clinico nasce nel 1905 all’Università di Bologna, in Clinica Medica, ad opera del Prof. Augusto Murri. Tramite una vera e propria rappresentazione teatrale, il Prof. Murri diffondeva tra i suoi allievi l’insegnamento della Medicina in una forma molto incisiva, tale da contribuire a formare il bagaglio
culturale che sarebbe stato il riferimento per tutto il tempo della loro professione.
Oggi, in Oncologia, il Teatro Clinico è utile a portare ad un contesto di pratica clinica, messaggi scientifici e innovativi, tratti da riviste con revisori qualificati (ex. JCO, Annals, Lancet, NEJM).
Ed è così che dopo questa parentesi, un poco più leggera, si è parlato delle collaborazioni con le Associazioni di volontariato, per terminare con un altro aspetto fondamentale in Oncologia ovvero il ruolo dell’alimentazione come prevenzione, cura e mantenimento.


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