Il Dott. Brocchetta e il primo trapianto di ginocchio al mondo
Al Policlinico di Monza s’è scritto un pezzo di storia
Lo scorso 28 novembre al Policlinico di Monza s’è scritto un pezzo di storia della chirurgia ortopedica.
L’Équipe del Dott. Domenico Siro Brocchetta ha infatti portato a termine un intervento innovativo a livello mondiale.
“Trattasi del primo trapianto completo di articolazione funzionante di ginocchio – spiega il Dott. Brocchetta – non esistono in letteratura precedenti documentati per cui credo di poter affermare che è il primo intervento di questo tipo al mondo”.
È emozionato il Dott. Brocchetta mentre racconta le diverse fasi dell’operazione.
“È da molti anni che stavo lavorando a questo intervento e in particolare per questa paziente (G.P. donna di 37 anni) dal mese di giugno ero in contatto con la banca dell’osso per poter ricevere la parte anatomica da trapiantare.
Il ginocchio è pervenuto da una donatrice di 41 anni all’inizio del mese di novembre.”
La paziente, che in precedenza aveva subito diversi interventi di impianto di protesi, non poteva più sopportare alcun impianto protesico dato lo scollamento dei precedenti causati dal fatto che femore e tibia non erano più nelle condizioni per poter fare perno e portare a compimento una sintesi ossea sufficiente a vincolare la protesi stessa.
“La scelta a quel punto – continua il Dott. Brocchetta – era tra l’immobilizzazione dell’articolazione, tramite artrodesi, oppure procedere con qualcosa di innovativo”.
E qualcosa di innovativo effettivamente è stato.
L’operazione ha visto l’impianto dell’intera articolazione con tendine rotuleo, menisco mediale e laterale, legamenti crociati, collaterale mediale, collaterale laterale, rotula con relativi legamenti alari, tendine quadricipitale, nonchè parte di femore e tibia.
“Per l’innesto nella sezione di femore e tibia ho utilizzato due frammenti di perone inseriti “ad incastro” nel dotto midollare delle ossa della paziente e del moncone proveniente dal donatore – prosegue il Dott. Brocchetta – questo per garantire una sintesi basata esclusivamente su materiale osseo naturale, senza quindi ricorrere a elementi protesici artificiali.”
Il momento cruciale dell’intervento, che rappresenta il cosiddetto punto di non ritorno verso l’impianto dell’articolazione del donatore, è quello in cui l’Équipe del Dott. Brocchetta ha prelevato dalla paziente, tramite osteotomia, l’intera protesi di ginocchio con le parti di femore e tibia su cui la protesi era innestata.
“A quel punto – continua il Dott. Brocchetta – ci trovavamo di fronte ai soli monconi di femore e tibia. In mezzo non c’era nulla. Abbiamo quindi innestato su tibia e femore le ulteriori parti di osso del donatore con l’intera articolazione. Si è proceduto alla limatura delle ossa del donatore per renderle omogenee a quelle della paziente e quindi, una volta inseriti i cilindri costituiti da frammenti di perone nei dotti midollari delle ossa della paziente e del donatore, abbiamo verificato la funzionalità del ginocchio procedendo con dei piegamenti dell’articolazione. Verificata la funzionalità dell’articolazione si è proceduto con la sutura”.
La paziente è ad oggi ancora ricoverata presso l’unità Operativa di Ortopedia del Policlinico di Monza.
“Il 23 dicembre scorso alla paziente è stato applicato un gesso funzionale che le ha permesso di iniziare a camminare con l’ausilio delle stampelle – spiega ancora il Dott. Brocchetta – la riabilitazione prosegue bene già con primi movimenti autonomi del ginocchio.
Il percorso è ancora lungo, ma per ora posso dire che procede tutto al di sopra delle più ottimistiche previsioni. In realtà la paziente potrebbe anche andare a casa – afferma il Dott.Brocchetta – ma ci sentiamo più tranquilli a tenerla qui per seguire passo dopo passo la convalescenza. Ricordo infatti che non esiste casistica su questo tipo di intervento e per questo il tutto va monitorato con estrema scrupolosità”.
Il Dott. Domenico Brocchetta ha intenzione di condividere con la comunità scientifica e con i colleghi ortopedici la novità effettuando pubblicazioni scientifiche in merito e organizzando occasioni di meeting di carattere scientifico.
“La medicina è una scienza aperta al contributo di tutti – conclude il Dott. Brocchetta – e lo sforzo di un singolo non può rappresentare il termine di un procedimento, bensì l’inizio di una nuova sfida. E per cogliere le sfide occorre condivisione e confronto.”
“Vorrei ringraziare l’Équipe con cui ho portato a termine l’intervento e segnatamente il Dott. Saverio Antonelli, aiuto secondo operatore; il Dott. Lorenzo Panico, aiuto ortopedico di reparto Gabriella Giardi, strumentista; la Dott.ssa Anna Moruzzi, anestesista; Angela Iacono, Daniele Sestito e Antonella Bruno, gli assistenti di sala; Cristina Erba per il coordinamento infermieristico e la Dott.ssa Maristella Farè della Banca dell’osso di Milano”.