Il Dott. Andrea Camera e l’équipe di Ortopedia e Traumatologia della Clinica Città di Alessandria - Policlinico di Monza, hanno partecipato alla 24esima edizione del Congresso...
Le nanoparticelle nella terapia dei tumori cerebrali
Nuove frontiere per le patologie cancerose del cervello
Negli ultimi anni si è andata sviluppando una nuova linea di ricerca nella terapia dei tumori, quelli cerebrali inclusi. Si tratta dell’uso di nanoparticelle lipidiche solide (SLN), al di sotto dei 1000 nm di diametro.
Le nanoparticelle attualmente in uso consentono di immobilizzare molecole idrofobiche o idrofile in una matrice solida, di rilasciare le molecole trasportate per un lungo periodo di tempo e in siti specifici, di evitare l’uso di solventi organici e di concentrare la dose in arrivo del chemioterapico somministrato.
In collaborazione con il Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco dell’Università di Torino, sono cominciate presso il Centro Ricerche di Vercelli sperimentazioni sull’efficacia delle SLN nella terapia di tumori cerebrali. Lo studio si compone di tre fasi.
La prima è la verifica che il farmaco introdotto nelle nanoparicelle conservi intera la sua attività antiblastica e che posa avere tale attività come carattere intrinseco, indipendentemente dal farmaco introdotto.
Qui ci riferiamo alla prima fase della sperimentazione.

- le SLN vuote non hanno se non una minima azione citotossica;
- il farmaco caricato nelle SLN ha la stessa azione del farmaco libero;
- l’efficacia è maggiore nelle cellule aderenti che nelle neurosfere;
- l’azione del farmaco determina un’attivazione nelle cellule del sistema del DNA damage e repair
Sono stati usati anche Doxorubicina e Metotrexate con risultati pressappoco analoghi.
Le osservazioni fatte sono state ampiamente confermate da osservazioni al microscopio elettronico condotte presso il Dipartimento di Malattie infettive dell’Università di Pavia, Prof. Gaetano Filice e dr.ssa Silvia Corona, che collaborano nel progetto di cui si parla. I nostri esperimenti dimostrano ampiamente il mantenimento dell’efficacia sulle cellule tumorali dei farmaci veicolati e l’ottenimento di una maggior dose pro-cellula senza gli effetti negativi che questa potrebbe avere se somministrati liberi.
La seconda e la terza fase saranno condotte in collaborazione con la dr.ssa Riganti del Dipartimento di Genetica e Biochimica dell’Università di Torino insieme a quello di Scienza e Tecnologia del Farmaco di Torino e con il Dipartimento di patologia Animale Università di Torino (Prof. MT Capucchio e Prof. Vallazza?) e con il Dipartimento di Neuroscienze di Torino (Prof. M:Lanotte e dr. Panciani) Degli esperimenti descritti è stata data comunicazione al 49° Congresso della Associazione Italiana di Neuropatologia di Pisa del maggio scorso.