Il Prof. Perseghin e il Dott. Ciardullo della Medicina Metabolica del Policlinico di Monza, hanno pubblicato sulla rivista Liver International il lavoro dal titolo “Trends in prevalence of...
Per la dissecazione aortica una tecnica rivoluzionaria
Nuovo intervento alla clinica S. Gaudenzio di Novara
La dissezione aortica è una malattia vascolare con un'alta mortalità se non viene trattata con chirurgia d'urgenza. La morte sopraggiunge per shock in seguito a rottura dell'aorta e grave emorragia interna. Il rischio di rottura fulminante parte dal 40% al presentarsi della sintomatologia dolorosa e cresce dell'1% ogni ora; nell'arco delle prime 24 ore il rischio è superiore al 60%. Recentemente presso la Clinica S. Gaudenzio di Novara è stata messa a punto una nuova tecnica chirurgica per il trattamento dei pazienti con dissezione aortica.
"Purtroppo, durante il primo intervento effettuato in emergenza - spiega il dott. Martinelli - a causa delle gravi condizioni cliniche del paziente, spesso viene sostituito solamente un piccolo tratto dell'aorta ascendente. Questo spiega perché la malattia dissecante evolve nel tempo e meno del 50 % dei nostri pazienti sopravvive oltre i 5 anni. È una malattia più grave del tumore al polmone. È indispensabile farsi seguire da uno specialista. Alla Clinica S. Gaudenzio, grazie alle nuove tecnologie a disposizione, abbiamo messo a punto un intervento cardiochirurgico innovativo che permette il trattamento di questi pazienti estremamente delicati riducendone il rischio operatorio. In sintesi, all'abilità del chirurgo si affiancano le nuove tecnologie: con delle speciali protesi montate su degli stent (che sono sostanzialmente dei tubicini fatti in rete metallica usati per riparare le arterie) siamo in grado di sostituire segmenti estesi di aorta riducendo i rischi di complicanze. Recentemente abbiamo operato 2 pazienti che avevano sviluppato un ampio aneurisma dissecante cronico, di tutta l'aorta, che si estendeva dai vasi del cervello fino all'addome.

Quale consiglio può dare a tutti pazienti portatori di una dissezione dell'aorta?
"Innanzitutto dobbiamo lanciare un messaggio tranquillizzante. Grazie alle immagini radiologiche possiamo infatti stabilire con esattezza quale paziente necessiti un secondo intervento chirurgico e quando è il momento di intervenire. Poi è indispensabile farsi seguire da uno specialista in chirurgia Cardiovascolare, esperto della patologia. Nella nostra struttura abbiamo recentemente creato un gruppo di specialisti, integrato in un reparto dedicato alla cura delle patologie dell'aorta, una vera e propria Aortic Unit in grado di scegliere il miglior trattamento per ogni singolo paziente".
Ritorniamo per un momento alla nuova tecnica messa a punto alla S. Gaudenzio, cosa può dirci?
"Sintetizzando, possiamo individuare le seguenti tappe: inizialmente sfruttiamo la protesi in Dacron inserita durante il primo intervento subìto dal paziente, spostando quindi l'origine dei tre vasi del cervello (gli anglo-sassoni parlano di debranching in questa fase). Successivamente introduciamo una protesi speciale cucita su uno stent e costruita su misura per quel determinato paziente.
Questa nuova protesi viene poi fissata direttamente alla vecchia protesi. In definitiva, in un solo intervento chirurgico sostituiamo l'arco aortico e l'aorta discendente senza toccare l'aorta nativa, e malata, del paziente. Così facendo trasformiamo un intervento estremamente complesso in un intervento molto più semplice, meno invasivo e per questo applicabile a tutti".
La dissezione aortica è stata da sempre considerata una malattia rara con un'incidenza di 3 casi per 100.000 abitanti l’anno. Spesso si tratta di giovani adulti (7 % di età inferiore a 39 anni). La vera incidenza è difficile da stabilire per 2 motivi: spesso è rapidamente fatale (il paziente non giunge nemmeno in ospedale e l'esito viene eventualmente catalogato come morte cardiaca) oppure viene fatta una diagnosi iniziale errata. Un recente studio svedese parla di 16 nuovi casi ogni 100.000 abitanti l’anno. Trasportando questi dati in Piemonte, significa che ogni anno assistiamo a circa 600 nuovi casi di dissezione aortica.
Com’è possibile prevenire questa grave patologia?
"Controllando la pressione arteriosa e facendo delle indagini per escludere la dilatazione dell'aorta che è un fattore predisponente alla rottura.
Su iniziativa del dott. Marco Diena, Responsabile del Dipartimento di Chirurgia cardiovascolare di Novara, la Fondazione Cardioteam, in collaborazione con la Clinica S. Gaudenzio, ha lanciato nel maggio 2014 la prima campagna in Europa di screening degli aneurismi dell'aorta ascendente".
La Campagna nazionale, che ha preso il nome di "Cardioteam prevenzione aneurisma" ed ha avuto il patrocinio della Società Italiana di Cardiochirurgia (SICCH) e della Società Italiana di Ecocardiografia (SIEC), ha come testimonial l’attore Massimo Boldi che ha girato una video clip per le reti nazionali al fine di sensibilizzare la popolazione su questa malattia.
Lo screening viene condotto con un ecocardiogramma all'interno di un ambulatorio mobile che si sposta in giro per le piazze italiane. Dal giugno 2014 sono state osservate con un esame ecocardiografico 8600 persone, senza precedenti cardiovascolari, tra i 55 e i 75 anni. Chi volesse aderire, può telefonare al numero verde 800 775 590.
“Infine - conclude il dott. Martinelli - è con notevole orgoglio che possiamo affermare che in Piemonte è stata messa a punto una nuova tecnica chirurgica in grado di trattare malattie dell'aorta non operabili in altri Centri italiani e numerosi pazienti, provenienti da tutta la penisola, si affidano all’Aortic Unit della Clinica S. Gaudenzio per essere curati”.